Poste Italiane: false firme, pacchi aperti, contenuti rubati!

Vale di più il principio o 15 euro?

In Italia, la maggioranza dei cittadini, davanti ad un FURTO o un ABUSO che li danneggia di pochi euro porgono quasi sempre l’altra guancia: l’accesso alla giustizia non è solo ferraginoso ma costa molto di più, in termini monetari, del maltolto e molti o non possono permetterselo o non vogliono permetterselo perchè comunque, i costi, sono troppo alti anche di tempo.

Grazie a questo “porgere l’altra guancia” le grandi società, ancor più se a partecipazione statale, si permettono non solo di ignorare i reclami sui reati commessi dai loro dipendenti, ma, cercano, come nel caso che vi stiamo per raccontare, di imbrogliare e scaricare il danno ad altri e di non assumersi le proprie responsabilità.

Il caso: Alberto (nome di fantasia) compra dalla piattaforma Aliexpress una presa smart per un totale di 15,07 euro inclusa la spedizione rapida (20 giorni circa).

Il giorno 2 dicembre il portalettere, con la spedizione CRONO ECONOMY di Poste Italiane, suona alla porta di Alberto, lui non c’è, risponde Maria: “c’è una busta per voi”  Maria: “arrivo….” ….

Ma giunta al cancello di casa, il portalettere non c’è più e sul pavimento trova la busta, la prende in mano e…. immediaamente si accorge che non può contenere l’oggetto acquistato, infatti, peserà poi alla bilancia 16 gr. e risulterà tagliata per tutta la lunghezza (non strappata, tagliata di netto) e soprattutto con all’interno solo la scatoletta che conteneva la presa smart!  (l’etichetta di spedizione sulla busta riporta, alla bollettazione di SDA in Italia, società di Poste Italiane che si occupa di queste consegne un peso pari a 131gr)

Occorre specificare che è una spedizione che prevede due tentativi di consegna ed ovviamente, come specificato anche dalle condizioni di servizio, la firma di chi ritira la spedizione.

Alberto, torna a casa poco dopo e controlla il sistema di videosorveglianza così da capire cosa può essere successo: il portalettere suona, Maria risponde, il portalettere mette la busta a terra e se ne va! Il video continua, senza che nessuno, oltre a Maria, si veda nei paraggi (nessuno ha rubato il pacco tra la “consegna” del portalettere ed il ritiro di Maria).

Alberto telefona al call center di Poste Italiane, racconta l’accaduto, e che se il portalettere invece di andarsene dopo aver “autofirmato” la consegna, compito del destinatario, avesse quantomeno, visto che era palese che la busta era stata manomessa ed era palesemente non del peso che l’etichetta riporta, aspettato Maria, la stessa avrebbe potuto contestare la manomissione del pacco rifiutandolo,.

L’operatore apre un ticket e Alberto aspetta fiducioso.

Dopo qualche giorno manda una pec di sollecito dove spiega i fatti, allega le foto della busta dove si vede sia il taglio che la scatoletta vuota che conteneva la presa smart.

Il giorno dopo, invece, riceve da Poste Italiane una mail dove gli dicono: la spedizione è stata consegnata, per altre informazioni si rivolga al venditore (che è in Cina e non ha alcuna colpa, sottolineiamolo, se dopo lo sdoganamento e nelle mani dei dipendenti di Poste Italiane si rubano gli oggetti altrui!).

Alberto, indispettito, manda un’altra pec dove ancora spiega l’accaduto e chiede il rimborso dell’oggetto perchè palesemente rubato e che, avendo il portalettere FIRMATO FALSAMENTE l’attestazione che avrebbe dovuto fimare Alberto o Maria alla consegna del pacco, non ha potuto contestare la manomissione della busta e l’asportazione del contenuto.

Poste Italiane, con palese strafottenza risponde allo stesso modo, ovvero, la spedizione è stata consegnata, per informazioni rivolgersi al mittente, chiudendo il ticket ed il reclamo.

Alberto, molto arrabbiato, scriverà ancora diverse volte ricevendo sempre lo stesso copia/incolla da parte di Poste Italiane, fino a quando li manderà a quel paese dicendo chiaramente che sporgerà denuncia per falso in atto pubblico (la firma del portalettere) e manomissione/furto della corrispondenza.

Poste Italiane, con una strafottenza incredibile, risponde ancora e sempre la solita mail copia/incolla.

Orbene, questa arroganza, è frutto del fatto che in Italia si hanno così poche tutele davanti a questi abusi, perchè, come già detto, l’accesso alla giustizia non è per tutti, non è a costo zero, è complicato, ferraginoso, richiede tempo etc.etc. solo così Poste Italiane, ma anche altri, si arrogano il diritto di abusare cercando anche di scaricare la colpa al mittente (perchè nelle mail dicono di rivolgersi al venditore), che è anche vero, su Aliexpress basta aprire una controversia ed in questi casi il rimborso si ottiene spesso anche senza fornire una dichiarazione di pacco manomesso da parte del portalettere. Ma Alberto non ha intenzione di “fregare” il povero venditore cinese, perchè, è palese non abbia alcuna colpa ma la colpa ricada, senza dubbio, su Poste Italiane per due motivi: il primo l’aver falsificato la firma e lasciato a terra la busta, che si presentava palesemente manomessa e aperta, ed il secondo perchè qualcuno, dopo che la busta arriva alla sede di SDA ha pensato bene di tagliarla, aprire la scatoletta di cartoncino al suo interno, asportarne il contenuto, richiudere il cartoncino e rimetterla dentro la busta lasciandola aperta.

Alberto è furioso per il trattamento ricevuto, e a gennaio, sporgerà denuncia come è giusto che sia perchè, a quanto pare, non è ne il primo ne l’ultimo caso in cui Poste Italiane compie questo genere di “abusi” guardate qui e ce ne sono altri cercando in rete.

Allo stesso tempo, partirà la controversia tramite l’AGCOM, si veda qui.